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Isola di Salina

Escursioni via terra

alla scoperta dell'isola e dei suoi Comuni: Leni, Malfa, Santa Marina Salina
Salina - Isole Eolie 98055 Sicilia Italia
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Andando alla Fossa delle Felci...


È salendo sulla sommità della Fossa delle Felci che si può ammirare l'isola di Salina nella sua completezza. Le più disparate forme della costa traggono origine da due grandi montagne vulcaniche totalmente diverse tra loro.
Scosceso e selvatico il Monte Porri, ospitale e ricco di una vegetazione lussureggiante il Monte Fossa. Su quest'ultimo si può salire solo a piedi. Oltrepassata la sbarra di divieto, sopra Valdichiesa, l'aria pura e ricca di profumi boschivi aiuta, già dopo poche centinaia di metri, a dimenticare di trovarsi a queste altezze. Il paesaggio e il clima diventano quelli della collina e, una volta arrivati in vetta, dell'alta montagna.
Per affrontare le tre ore di cammino, prima che faccia troppo caldo, è consigliabile la partenza di buon mattino, o qualora si intenda pernottare sul monte, nel tardo pomeriggio. Ricchi cespugli di erica, lentisco ed euforbia ci danno il benvenuto lungo il sentiero che attraversa il bosco odoroso e rigoglioso di castagni, querce, pini, corbezzoli che raggiungono i sette-otto metri d'altezza. In primavera l'intero crinale è ravvivato dal caldo giallo della ginestra, una nota di colore d'effetto sorprendente, un'esplosione di natura sulla terra più fertile dell'intero arcipelago. Il profumo intenso dei fiori ci accompagna durante il percorso e dagli scorci, tra gli alberi, lo sguardo comincia a spaziare sul mare infinito. Il panorama, sempre differente, offre ora uno scorcio di Panarea e Stromboli, ora di Filicudi e Alicudi, ora di Vulcano e Lipari quasi fosse possibile stendere una mano e, almeno con l'immaginazione, tenere in pugno l'intero arcipelago.
Lungo la strada, prima di ogni curva, si snodano stretti sentieri che consentono di abbreviare il cammino.
Tracciati lungo la parte più scoscesa del monte, in direzione del Santuario della Madonna del Terzito, si trovano dei sentieri, che un tempo erano le uniche vie percorribili per raggiungere la cima, ma sono consigliabili solo agli amanti del trekking duro. Ai sentieri si alternano scalinate, scolpite nel terreno. I gradini sono costituiti da grosse pietre e i tronchi degli alberi centenari, che affollano questo versante del monte, sono gli unici appigli possibili. Tutt'intorno la natura si manifesta e ci invita ad ammirarla consentendo agli occhi più vigili di fare interessanti incontri nel mondo vegetale. Tra gli alberi ormai rari, vi è il leccio che in tempi antichi ammantava l'intero territorio in una impenetrabile foresta. La sensazione di pace e tranquillità, che ci invade durante la salita, è tutta da gustare. Al cospetto di pini, querce centenarie, lecci secolari e arbusti sempreverdi di più giovane generazione, ci si sente parte di un meraviglioso e complesso mondo, meritevole del più profondo rispetto. Arrivati quasi in vetta, un'improvvisa rottura nel paesaggio riporta lo sguardo all'orizzonte. Ciò accade a causa della fascia tagliafuoco, che gira tutt'intorno al Monte Fossa, privandolo di una parte del suo regale manto. Il paesaggio muta repentinamente. La fitta vegetazione lascia il posto a steppa e rocce. Lo sguardo può spaziare nel cielo in cerca di un'altra sorpresa che il Monte Fossa riserva.
È il Falco della Regina, simbolo di Salina per i naturalisti, dalle spettacolari tecniche di volo e dall'imponente apertura alare.
È un uccello molto raro e sembra una velocissima macchia scura nell'azzurro intenso del cielo. Dopo la steppa, ecco le felci, a piccoli gruppi di bassa statura, che aumentano di numero e dimensioni procedendo verso il cratere. Raggiunto un punto panoramico, sul ciglio del cratere, grandi rocce, di un colore cangiante dal bianco al rosso, affiorano dalla sterpaglia. Da qui si possono catturare con un solo sguardo le sette perle del Mediterraneo. Stromboli, con il suo pennacchio, è la più spettacolare.
La forma perfettamente conica, il cratere circondato da una nube a volte minacciosa, le conferiscono un'aria fiabesca. È altrettanto spettacolare ammirare il Monte Porri, visibile in tutta la sua imponenza. Ci troviamo sul vulcano più alto dell'intero arcipelago (m. 968 s.l.m.), il suo cratere è profondo cento metri e ha un diametro di 600-700 metri. Ed ecco ancora felci. Ci invitano a seguirle, delimitano i sentieri, invadono il cratere. Sempre di più sempre più grandi, ci avvolgono e sommergono mentre attraversiamo la Fossa, proiettandoci in un mondo di gnomi, di folletti, forse fate e quant'altro l'immaginazione di ognuno voglia mettervi.
Sembra che la natura ci chieda di dimenticare acciacchi, dolori, delusioni, noia, disperazione, tristezza e di gioire al suo cospetto avvolti nel caldo manto del Monte Fossa. Poco importa se invece di uno gnomo si incontra un ghiro o al posto di un folletto si trova un coniglio selvatico, sono comunque due abitanti del bosco che per molti è raro vedere.
Le notti alla Fossa sono dense di magia e romanticismo, un caldo sacco a pelo e della buona malvasia possono bastare, il resto lo fa l'incanto di trovarsi sul tetto delle Eolie in un cratere a notte fonda, attorniati da castagni che, grazie alla ricchezza del terreno, hanno raggiunto proporzioni enormi.
Tra le fronde, le stelle sono come dei piccoli lumi che ci difendono dalle tenebre, mentre il canto dei grilli scandisce i secondi consentendoci di trascurare il tempo per concentrare la mente sullo spazio infinito.
Al risveglio, di buon mattino, l'incanto svanisce.
La luce del giorno si fa spazio tra i rami frondosi dei castagni ed è quasi un obbligo tornare sul ciglio del cratere incontro all'alba.
Ad una ad una, quasi venute fuori da un cappello a cilindro, si stagliano all'orizzonte le altre Isole. Sembrano rammentarci che un nuovo giorno ha inizio ed è l'ora di scendere per vivere altre meravigliose avventure nell'Arcipelago delle Eolie.

Amelia Ruggeri

ESCURSIONI con Giusi Murabito Giusi Murabito su Facebook

Walking Eolie
  • Fossa delle Felci da Santa Marina, Malfa, Leni o Val Di Chiesa: dipende dal livello di difficoltà. Durata 4/5h. Pranzo a sacco. 998 m s.l.m..Di solito associo sempre la salita da un versante e la discesa da un altro.
  • Monte dei Porri: medio/difficile. durata 4h. 860m s.l.m..
  • Valle Spina: facile. Bello sia di giorno che al tramonto guardando Filicudi e Alicudi. Durata 2h. Possibilita’ di pranzo o cena tipica in rifugio. Bellissima con la luna piena. 350 m s.l.m..
  • Da Valle Spina a Pollara. Impegnativo. Durata 3.5h. Pollara…..verso la casa de Il Postino e la visita degli antichi ricoveri delle barche. Facile. Durata 1.5h. E poi aspetteremo il tramonto verso il mare con aperitivo tipico in chiosco.
Pollara

Camminando tra alberi d'ulivo

Oltre a fantastiche escursioni alla Fossa delle Felci e sul Monte dei Porri, a Salina si possono fare tante passeggiate anche più brevi ma non per questo meno interessanti e sorprendenti. Anzi hanno sempre qualche nuova sorpresa in serbo.
La salita per raggiungere località Paolonoci è percorribile in circa 30-40 minuti ed offre la possibilità di effettuare una delle più belle escursioni sull'Isola. Attraversato l'abitato di Lingua si prosegue fino alla piccola piazza di Punta Brigantino, dove termina la strada carrabile. Da qui si diparte una stradina che conduce alle case più a sud del paese. Quindi il sentiero si restringe ancora, continuando su una mulattiera selciata. Giù, sulla destra, si ammira la Valle di Nero, nel cui angolo più remoto si apre una grotta dove una volta avrebbe abitato un leggendario e ricchissimo folletto.
Camminando tra alberi di ulivo e cespugli di capperi e attraversando la tipica macchia mediterranea, si sale ancora sino a scorgere, all'improvviso, in direzione sud-ovest, una casetta bianca incorniciata di blu ceruleo, che mostra una facciata graziosa con la porta ad arco e due finestrelle rotonde. Le erbe aromatiche selvatiche, gli arbusti d'assenzio e di lentisco ci avvolgono con il loro profumo. Davanti a noi si ergono i muri a secco, massicci come quelli di un imponente castello. Una volta da questa landa brulla si ricavava terreno, terrazza dopo terrazza, per la coltivazione degli ulivi. Quanto più saliamo in alto, tanto più impressionanti ci appaiono le testimonianze dell'immane lavoro svolto nell'800 dagli isolani: un'opera ciclopica, realizzata con fatica e sudore utilizzando la pietra lavica. Lungo le pareti di pietra di un caldo colore giallo ocra, oppure, nella luce del tramonto, di un rosso incandescente, ci avviciniamo alla meta della nostra passeggiata. Il sentiero continua ancora a salire per un buon tratto in direzione della Fossa delle Felci, sarebbe senz'altro affascinante inoltrarsi nel paesaggio montagnoso incontaminato, ma il terreno diventa accidentato ed è consigliabile tornare indietro. Escursionisti particolarmente avventurosi tentano, con maggiore o minore successo, il passaggio rischioso verso Rinella. Noi rinunciamo a questo "tour de force" e, arrivati ad una piccola conca, prendiamo verso sinistra, e attraversato un giardino ben coltivato con ulivi, viti ed agrumi, giungiamo, dopo un breve tragitto, a quel casolare di un bianco abbagliante che si faceva notare già in lontananza. I proprietari di questo paradiso nascosto sono Peppino Costa, sua moglie Franchina e i loro figli, tra i rappresentanti più caratteristici della popolazione rurale del luogo. Ogni visitatore rimane entusiasta dei terreni della famiglia Costa, ben curati in ogni stagione. Qui non si incontra soltanto il contadino instancabile ma anche il continuatore dell'antica cultura eoliana, depositario di un'altissima dignità umana. La casetta di Paolonoci serve alla famiglia Costa come rifugio durante i temporali ma è sempre aperta e può essere usata anche dai viandanti stanchi o sorpresi dal cattivo tempo. Una camera accogliente ed una minuscola cucina, arredate in modo modesto ma con cura, offrono ospitalità; i grati ospiti non dimenticheranno di scrivere il proprio nome nel libro delle presenze.
Dalla terrazza, immersa tra i fiori, si gode uno splendido panorama che va da Panarea, Lipari e Vulcano sino alla vicina Sicilia, con l'Etna che sovrasta tutto. Ci si può riposare su sedili in pietra delimitati dai caratteristici "e pulera".
A Paolonoci regnano un silenzio straordinario ed una pace eterna. Soltanto il vento canta e riempie i polmoni con un'aria meravigliosamente fresca e odorosa. Dal mare giunge un leggero mormorio ed in alto, sopra il pendio della Fossa, si sentono le grida dei falchi della regina. Chi con serenità accoglierà in sé tutte le bellezze di questo posto sentirà ad un tratto il pulsare inconfondibile del cuore dell'isola di Salina.

Adrian Wolfang Martin

È salendo sulla sommità della Fossa delle Felci che si può ammirare l'isola di Salina nella sua completezza. Le più disparate forme della costa traggono origine da due grandi montagne vulcaniche totalmente diverse tra loro.

Edizioni Avvenire 2000

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MALFA E POLLARA

Un breve tratto di strada con qualche curva porta da Santa Marina a Malfa, sulla costa settentrionale, dopo aver attraversato campagne coltivate a vigneto e burroni scoscesi nel primo tratto. Malfa è il comune più abitato dell'isola ed è adagiato sulla valle di Giovi che degrada verso il mare tra il Monte Porri e il monte Rivi. Il suo nome deriva, probabilmente, da Amalfitani, qui emigrati nel XII secolo, attirati dalle agevolazioni e dalle concessioni date dai normanni per ripopolare le isole. Si coltivano i vigneti di malvasia, i capperi e viene anche prodotta l'uva passa (la passulina). Ci si dedica da sempre alla pesca e da qualche decennio si ricevono i turisti che ogni anno diventano più numerosi. Il piccolo porto detto Scario Galera è agibile solo alle barche di poco pescaggio. Vi è uno scivolo di cemento dove vengono tirate a secco le barche dei pescatori. La notte di S. Lorenzo si illumina di mille colori, sono i bellissimi giochi pirotecnici in onore del patrono. Proseguendo da Malfa la strada sale per superare le pendici del Monte Porri e, dopo un ultima curva, ci appare l'altopiano di Pollara con le sue piccole case sparse: è un anfiteatro naturale a strapiombo sul mare dove la stratigrafia della lunga parete denota la sua natura vulcanica. È quanto rimane del più vasto cratere delle Eolie, con un diametro di più di 1 Km. Una conca fertile, baciata dal sole e delimitata dal Monte Porri. La risorsa principale per i 60 abitanti è la raccolta dei capperi che avviene da maggio ad agosto. La baia è chiusa a nord dal "Perciato" un promontorio forato dal mare che frange instancabilmente. Sono visibili i magazzini e i rifugi delle barche scavati nel tufo dai pescatori. Sullo scenario il mare con il Faraglione, ultimo frammento a testimonianza dello sprofondamento geologico e sullo sfondo Filicudi e Alicudi. Per raggiungere la spiaggia, forse la più suggestiva delle Eolie, occorre girare dietro la chiesa e percorrere a piedi un chilometro di strada in parte asfaltata, tra ciottoli e arbusti. È in progetto, da parte del Comune di Malfa di intitolare a Massimo Troisi la nuova strada che porterà a mare. Nel 1994 è stato ambientato a Pollara il film Il Postino, tratto da un romanzo di Antonio Skarmeta ed ispirato all'esilio di Pablo Neruda. Le riprese sono state effettuate nella casa del pittore Pippo Cafarella, utilizzata quale dimora del poeta cileno interpretato da Philippe Noiret. La casa, ogni anno, è meta di tanti visitatori affascinati dal film, dallo stormir del vento e dalla tranquillità del luogo. Completano il paesaggio le ginestre, le eriche e i fiori di cappero con i loro odori e colori.

LENI E RINELLA

Ultima tappa del nostro itinerario sono Rinella e Leni. Leni, denominata dai greci Lenoi, dal nome dei contenitori per la pigiatura dell'uva che, evidentemente, già allora veniva coltivata. Si estende sull'altopiano tra i due vulcani e gode di un clima collinare che consente comunque, ai turisti d'estate, di giungere in pochi minuti alla spiaggia di Rinella. Prima di giungere all'abitato di Rinella, sulla destra, vi è un sentiero allestito dalla forestale, ben segnalato e di notte anche illuminato, che in 10 minuti porta alla spiaggia di Pra Venezia. Attraversa una vegetazione di ulivi, fichi d'india ed in primavera il percorso è punteggiato da tanti cespugli in fiore. Il tramonto è forse il momento migliore per effettuare questa passeggiata. Giunti alla spiaggia di ciottoli, immersi nel silenzio, si può osservare il sole che piano piano scende all'orizzonte al di là di Filicudi ed Alicudi. Oggi il paese di Rinella si è molto sviluppato, ma alcuni decenni orsono contava solo poche case di pescatori, lo scalo marittimo e i rifugi per le barche scavati nel tufo lungo la costa adiacente alla spiaggia.